L'Anniversario – Recensione del romanzo

Con Anniversario, Andrea Bajani firma un romanzo breve – meno di 130 pagine – ma densissimo, in cui ogni parola è calibrata con rigore. Non c’è nulla di superfluo in queste pagine: tutto è essenziale, tagliente, profondamente umano.

La vicenda ruota attorno a un anniversario molto particolare: non una festa, ma il ricordo di un distacco. Dieci anni prima, il protagonista – ormai adulto – ha deciso di chiudere ogni rapporto con i propri genitori. E quel giorno, da allora, rappresenta "i migliori dieci anni della mia vita", come lui stesso afferma. Un'affermazione che apre la porta a una riflessione coraggiosa e dolorosa sulla famiglia, sulle sue ombre, su ciò che ci forma e ci ferisce.

Bajani indaga con profondità le dinamiche familiari segnate dal patriarcato, ma lo fa senza cadere nella retorica o in una semplificazione binaria vittima/carnefice. Il padre è inizialmente dipinto come figura autoritaria, opprimente; la madre, silenziosa e succube. Ma pagina dopo pagina, l'autore scava, smonta, rielabora: entrambi i genitori finiscono sotto una lente spietata, rivelandosi complici – consapevoli o meno – di una sofferenza generazionale.

Il vero bersaglio, però, è più ampio: è l’inconsapevolezza con cui si affrontano scelte fondamentali come il matrimonio o la genitorialità. Anniversario racconta cosa accade quando si vive obbedendo a ruoli sociali imposti, quando si costruiscono relazioni senza conoscersi davvero, senza essere pronti. Il risultato sono esistenze infelici, relazioni disfunzionali, parole non dette che diventano muri.

Bajani offre così non solo un ritratto famigliare disturbante e reale, ma anche un potente richiamo all’ importanza del benessere psicologico. Scegliere di allontanarsi, in questo romanzo, non è un atto di fuga ma di sopravvivenza, di autodeterminazione, forse persino d’amore verso se stessi.

Un libro che si legge in poche ore ma continua a lavorarti dentro per giorni.