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perchè una Poltrona per due è un cult

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Una poltrona per due: perchè il film di Landis è diventato un cult.

Ogni anno, durante le festività natalizie, il classico del 1983 Una poltrona per due (Trading Places in originale) torna immancabilmente sugli schermi italiani, diventando quasi una tradizione tanto quanto il panettone e i regali sotto l’albero. Ma cosa rende questo film una pietra miliare del cinema natalizio? La risposta non si limita al suo tono comico o alle interpretazioni memorabili di Eddie Murphy e Dan Aykroyd, ma affonda le radici in una critica sociale che lo rende più attuale che mai.

La critica al capitalismo spietato degli anni ’80
Una poltrona per due è, prima di tutto, uno specchio del sistema capitalistico americano degli anni '80, un’epoca dominata dalla deregulation, dall’avidità finanziaria e dal mito di Wall Street. Il film prende di mira il cinismo delle élite economiche attraverso i fratelli Duke, due ricchi e senza scrupoli finanzieri che manipolano le vite dei protagonisti per una scommessa da un dollaro.
La storia di Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd), un privilegiato broker di successo che viene umiliato e ridotto in miseria, e di Billy Ray Valentine (Eddie Murphy), un senzatetto che diventa improvvisamente ricco, è una rappresentazione satirica delle disuguaglianze e dell’arbitrarietà del sistema economico. La scommessa dei Duke è un’allegoria di come, per l’élite, le persone non siano altro che pedine in un gioco di potere.

Il mito del sogno americano
Nonostante la critica sociale, il film non rinuncia a celebrare il mito del sogno americano. Alla fine, i protagonisti – un disoccupato (Billy Ray), una prostituta (Ophelia, interpretata da Jamie Lee Curtis) e un maggiordomo (Coleman, interpretato da Denholm Elliott) – riescono a ribaltare la situazione a loro favore, diventando essi stessi il simbolo di un riscatto possibile.
Questa narrazione si allinea perfettamente con il concetto del sogno americano: non importa da dove vieni o chi sei, con ingegno e determinazione puoi raggiungere il successo. Tuttavia, Una poltrona per due non lo racconta in modo ingenuo, ma con una sottile ironia che ne evidenzia le contraddizioni.

Perché lo associamo al Natale?
Sebbene il Natale non sia il fulcro narrativo del film, l’ambientazione durante le festività contribuisce a renderlo un classico delle feste. Le scene di Winthorpe travestito da Babbo Natale, ubriaco e disperato, o i festeggiamenti nel lussuoso club dei Duke creano un contrasto ironico tra l’allegria natalizia e la spietatezza del capitalismo. Questo mix unico di cinismo e redenzione lo rende perfetto per il periodo natalizio, quando siamo più inclini a riflettere su temi come la solidarietà e il riscatto sociale.

L’eredità culturale di un classico
Una poltrona per due è più di una semplice commedia. È una satira intelligente che, attraverso il linguaggio universale dell’umorismo, riesce a criticare il sistema economico, pur regalando una storia di riscatto che scalda il cuore.
Ogni Natale, quando lo guardiamo, ci ricordiamo che dietro le risate si cela una profonda riflessione sulle ingiustizie sociali, ma anche un messaggio di speranza. Forse è proprio questa combinazione unica di critica e celebrazione a renderlo un cult immortale.
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